Andrea Prevignano (1967) è giornalista presso il Gruppo Gedi. Dal 2003 si occupa della redazio-ne di programmi di Radio Deejay e svolge funzione di speaker.
Marcel Proust (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18novembre 1922) è lo scrittore la cui fama è legata all’imponente romanzo Alla ricerca del tempo perduto, suddiviso in sette libri, che comincia a pubblicarea partire dal 1913, tre dei quali usciranno postumi. Ma Proust è autore anche di prose (si legga il suol ibro d’esordio I piaceri e i giorni), di poesie e di saggi critici (celebri il Contro Sainte-Beuve e il saggio dedicato a John Ruskin). Jean Santeuil è il primo romanzo che abbia scritto.
Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939) è stato scrittore e giornalista austriaco, cantore della dissoluzione storica, politica e culturale del suo tempo. Sperimenta la discriminazione degli ebrei, la perdita della patria e l’esilio.
Il suo sentirsi nomade, lontano dalla propria terra ed estraneo a una società priva di valori umani e civili riecheggerà nella sua produzione letteraria. Tale sensazione si riflette sui protagonisti dei suoi scritti: esuli, reietti, sopravvissuti a un mondo ormai dissipato. Fra le opere più note ricordiamo La leggenda del santo bevitore, Giobbe. Romanzo di un uomo semplice, Il leviatano e Fuga senza fine.
Ryokan Taigu (1758-1831), che significa, pressappoco, “Buono, gentile e sommo scemo”, in verità si chiamava Eizo Yamamoto. Incapace di adattarsi alla malvagità del mondo, Eizo lascia la famiglia, pratica lo Zen, scrive poesie tra le più lievi e perfette della tradizione orientale. Nasce così la leggenda di Ryokan, il monaco strambo, che mendica, gioca con i bambini, preferisce la poesia solitaria agli onori del mondo. Le sue opere sono tra le più note della letteratura nipponica.
Arthur Schopenhauer (1788-1860) è il filosofo più influente della modernità. Da Lev Tolstoj a Michel Houellebecq in moltissimi hanno riconosciuto nel pensatore di Danzica, anarchico, eretico, conturbante, un maestro. La sua opera decisiva è Il mondo come volontà e rappresentazione, pubblicato 200 anni fa, ma è con i Parerga e paralipomena che Schopenhauer inaugura la “popolarizzazione della filosofia” (Giorgio Colli).
Seneca è il più illustre esponente, assieme a Cicerone, della prosa filosofica romana. Nelle opere filosofiche (alcune ci sono pervenute sotto il titolo complessivo di Dialogi; altre sono veri e propri trattati che, pur non differendo sostanzialmente dai Dialogi, non sono stati compresi dalla tradizione nella raccolta) e nelle Epistulae morales ad Lucilium, riprende e sviluppa i temi principali della filosofia morale antica, temi che animano anche il corpus delle sue tragedie, le uniche di tutta la letteratura latina che conosciamo non frammentariamente.
Enzo Siciliano (Roma, 27 maggio 1934 – 9 giugno 2006), scrittore e intellettuale tra i più rappresentativi del nostro Novecento, è stato direttore della rivista «Nuovi Argomenti» a partire dal 1972 fino alla sua morte. Amico dei maggiori scrittori italiani, Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Bassani, è stato anche un critico d’arte e musicale. Pubblica il suo primo libro nel 1963, Racconti ambigui, a cui seguirà nel 1965 Prima della poesia, un libro manifesto in polemica con la neoavanguardia. Tra i suoi titoli più rappresentativi ricordiamo i romanzi La notte matrigna (1975), I bei momenti (vincitore del Premio Strega nel 1998), Non entrare nel campo degli orfani (2002). Campo de’ Fiori fu pubblicato per la prima volta nel 1993.